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Uttarakhand con un’indiana

16 Luglio 2017 - 30 Luglio 2017

Città visitate: Haldwani, Almora, Peora (Aarohi), Dhyonai (Hitaishi), Bagheswar, Pindari Glacier, Mukteshwar, Bhimtal, Nainital

Haldwani

Avendo avuto la grande fortuna di avere un’amica indiana ad accompagnarmi in questo breve viaggio lo scopo che fin dall’inizio mi ero prefissato era quello di vivere e immergermi completamente nella vita quotidiana dei villaggi di questo splendido stato. Con il suo aiuto è stato infatti possibile comunicare con i numerosi individui incontrati lungo il cammino ed entrare appieno nella cultura locale. Sicuramente il tempo a nostra disposizione era poco e la programmazione difficile: internet in questi casi è di poco aiuto (provate a cercare su Google “villaggi Uttarakhand genuini e non toccati dal turismo” e vedrete che non uscirà niente). Il piano era dunque quello di fermarsi in Città/paesi raggiungibili in autobus e da li chiedere e spostarsi verso sentieri meno battuti
Ora che ho concluso questo viaggio posso dire di essere soddisfatto. Sicuramente, visti i problemi sopracitati, non ho raggiunto chissà quali luoghi sperduti ma ho aggiunto parecchie esperienze al mio “bagaglio indiano”.

Lo stato dell’Uttarakhand è molto famoso per la meravigliosa città di Rishikesh e la vicina Haridwar. Durante questo viaggio ho però deciso di esplorare l’altra parte, non meno famosa per un indiano ma sicuramente sconosciuta a chi viene da lontano.

Come per ogni altro viaggio in India, consiglio di bere tanti chai; più il posto è brutto, più questo sarà buono. La pausa chai è un ottimo modo per entrare in contatto con le persone e, ancor più importante, è davvero una delizia per il palato.

Contrariamente alle aspettative i prezzi degli hotel non sono bassissimi. Sicuramente c’è la possibilità di recarsi direttamente in loco e fare da sé, ma ciò implicherebbe tanto tempo e alte capacità di adattamento (in un paio di occasioni abbiamo adottato questa “tecnica” e la condizione degli alloggi era davvero pessima. A voi la scelta).
Su Booking.com si trovano opzioni dalle 1000 rupie in su. Hostelworld.com non esiste nella maggior parte delle località. Airbnb.com non è cosi comodo e conveniente.

 

Haldwani è una vera e propria città. Ha poco da offrire ed è piuttosto brutta. Nonostante questo, anche qui, è possibile trovare piccole realtà umane che la rendono una buona meta.

Abbiamo raggiunto Haldwani tramite un autobus diretto da Delhi. Il viaggio è durato circa sette ore e si è svolto di notte. Il 99% degli autobus diretti da queste parti sono notturni e nonostante sui vari siti sia possibile trovare dei posti letto su di essi il governo ne ha vietato l’utilizzo per ragioni di sicurezza (quindi non ci sperate). Il biglietto l’abbiamo acquistato su internet per circa 10$ a testa.

Abbiamo alloggiato all’Hotel U.K.: si trova sulla via principale ed è davvero confortevole e pulito.

Durante i due giorni di permanenza in Haldwani abbiamo visitato un piccolo festival nelle vicinanze, abbiamo goduto della splendida pace lungo la diga “Gaula Dam” (piuttosto bruttina ma pucciare i piedi nell’acqua fa sempre un certo effetto) ed abbiamo assaporato la bellissima ospitalità delle famiglie che vivono lungo la strada (sulla via principale, a pochi passi dall’hotel, si trovano dei venditori di gonfiabili che, emozionati dalla nostra presenza, ci hanno offerto da mangiare e un chai).

Gli spostamenti sono davvero comodi ed economici grazie ai “Tuk-tuk” condivisi (sfruttateli).

Il secondo giorno siamo poi stati invitati a casa del cugino di Reema, la mia amica indiana, con il quale abbiamo condiviso un’ottima e non piccante (wow!) cena. La sua famiglia è stata veramente molto ospitale. Per me è sempre piuttosto emozionante poter conoscere la vita quotidiana di persone cosi diverse da me. Dopo qualche birra tra uomini (le donne non erano ammesse all’interno del locale), qualche domanda scomoda e il rituale del Tikka (sorta di benedizione), un grande abbraccio e tutti a casa propria.

Almora

Almora è una cittadina di modeste dimensioni adagiata sul fianco di una collina. Comoda come punto intermedio per numerose mete e in fondo anche piacevole per starci un paio di giorni. La vista al mattino è magnifica.

Abbiamo raggiunto Almora attraverso un autobus diretto da Haldwani. Il viaggio è durato circa quattro o cinque ore.

Abbiamo alloggiato all’Hotel Himadri (Relativamente pulito nella sua immancabile sporcizia e un po’ lontano dal centro e dal bazaar) e all’Hotel Shikhar (Abbastanza pulito e confortevole. Ottima vista sulla valle. Balcone e terrazzo comune immenso. Decisamente meglio dell’Hotel Himadri)

Il primo giorno abbiamo deciso di esplorare un po’ il luogo e ci siamo recati dunque verso il mercato (ci si arriva prendendo una stradina che sale dalla strada principale). Molto carino anche se a livello di “prodotti” è molto scarso. Da li siamo arrivati fino all’altra parte della collina che a mio avviso è molto più bella e tranquilla della prima.

Il secondo giorno abbiamo deciso di visitare una ONG che opera nelle vicinanze. L’associazione si occupa di dare ospitalità ed aiuto a quelle donne che hanno subito abusi e che per questo sono state allontanate dalle proprie famiglie e dai propri genitori. L’accesso non è semplice se non si ha un contatto all’interno e soprattutto è vietato agli uomini (motivo per cui sono stato scoperto e cacciato dopo poco tempo).

 

Peora (Aarohi)

Peora, o meglio, la parte di Peora in cui si trova l’associazione non-profit Aarohi è un piccolo paradiso disperso tra le montagne.

Abbiamo raggiunto Peora grazie ad un autobus che ci ha portato fino a Kwarab (località composta da un bar/casa) e ad un taxi condiviso che ha concluso il tragitto.

Aarohi è una ONG molto famosa nella zona. Opera da molto tempo ed è un punto di riferimento per molte persone. Raggiungerla sarà quindi molto semplice perché la conoscono tutti.

Siamo passati da qui soltanto in giornata e vi assicuro che ne è valsa assolutamente la pena. La Onlus stessa metta a disposizione alcune camere che è possibile usufruire se libere (non nel nostro caso) oppure è possibile trovare qualcosa a pochi chilometri di distanza. Per ogni cosa, affidatevi a loro perché sono molto organizzati e disponibili.

Questa associazione “ha le mani in pasta” in molti settori: si occupa di educazione e scuole, sponsorizzazione di ragazzi che vogliono continuare gli studi, cure mediche e vendita di prodotti bio per finanziare i propri progetti. Il governo ha inoltre donato loro un mini ospedale portatile mobile grazie al quale offrono aiuti in diversi villaggi.
L’associazione è, se si può dire, all’occidentale: strutture moderne e pulite, gestione strutturata, organizzazione funzionante, progetti innovativi, visione al futuro ed idee chiare.
L’accoglienza è stata eccezionale. Una ragazza ci ha dedicato un paio d’ore e dopo averci spiegato ogni aspetto del funzionamento di Aarohi ci ha fatto fare un tour completo di tutte le strutture presenti: la scuola e le vari classi, le stanze adibite alla produzione di saponi e spezie, le stanze “burocratiche”, le sale mediche (compresa quella del dentista) e infine il negozio.
L’aria che si respira è davvero genuina e positiva.

Come se tutto ciò non bastasse, ci ha dato una mano ad organizzare le tappe successive del nostro viaggio. Grazie davvero!

Dopo aver mangiato un piatto di Maggi nell’unico posto nei dintorni e dopo aver passato un’oretta a giocare con i bambini appena usciti da scuole ci siamo diretti nuovamente verso Almora.
Avendo abbastanza tempo a disposizione abbiamo deciso di percorrere la prima parte a piedi: affianco alla scuola parte una stradina molto bella in discesa che porta direttamente a Kwarab da cui poi è possibile prendere l’autobus. Con l’aiuto di due ragazzini che ci hanno indicato le varie scorciatoie dopo un’ora  abbiamo finalmente raggiunto la strada principale circa ma eravamo purtroppo ancora lontani da Kwarab. Vista l’ora abbiamo quindi optato per un autostop che ci ha portati alla fermata dell’autobus per tornare a casa.



Per maggiori informazioni visitate il sito: http://www.aarohi.org/home.php

Dhyonai (Hitaishi School)

Dhyonai è un villaggio molto bello, molto vero, fresco e genuino.

Abbiamo raggiunto Dhyonai grazie ad un autobus che ci ha portato fino a Garur e ad un taxi condiviso che ha concluso il tragitto.
 
Lo scopo della visita era la scuola Hitaishi gestita da una minuscola ONG consigliataci da Aarohi. La coppia che ci ha accolto era molto simpatica ma purtroppo per me il loro livello di inglese era pari a zero. Ci hanno spiegato il progetto della loro scuola e abbiamo cercato di dar loro qualche consiglio basilare per renderlo un filo più efficiente e ambizioso. Le idee di base c’erano ma mancava e manca tutt'ora ancora parecchia strada. Nei prossimi giorni mi occuperò di creargli per lo meno un sito o una pagina web che possa dargli un po’ di notorietà e che possa mettere nero su bianco le loro idee e la loro organizzazione.
Dopo un pranzo squisito offertoci da loro abbiamo deciso di lasciare il posto per raggiungere la meta successiva. Il piano iniziale era quello di fermarci a dormire a casa loro per poi visitare la scuola il giorno dopo. Visti però i tempi abbiamo deciso di rimandare il tutto alla fine. Purtroppo però non siamo più tornati.

Taxi condiviso verso Garur e da li altro taxi condiviso verso Bagheswar.

Bageshwar

Bagheswar è una piccola città che sorge su due fiumi. Brutta ma è possibile trovare qualche angolino carino.

Abbiamo raggiunto Bagheswar grazie ad un taxi condiviso.

Lo scopo di questa tappa era quello di raggiungere Il ghiacciaio di Pindari (Pindari glacier), meta purtroppo mai raggiunta.

Abbiamo alloggiato all’Hotel Harsh Inn (pessimo posto) prima e all’Hotel Narendra Palace (posto consigliato) al ritorno.

Il giorno in cui siamo arrivati l’abbiamo dedicato ad esplorare il posto. Lungo il fiume si trova un luogo dedicato alla cremazioni, interessante ma niente di particolare. Appena prima c’è un mercatino. Abbiamo poi provato a raggiungere il fiume per riposarci un po’ ma l’immondizia prima e la pioggia dopo ci hanno fatto desistere.

Unica nota positiva di questa tappa è stato il localino per il chai che abbiamo trovato. Grande ospitalità, ottimo the e squisite frittate. Ovviamente un bianco non passa inosservato e dopo essere andati li due volte siamo diventati le mascottes dei clienti abituali che hanno finito per offrirci birra, whisky e grandi chiacchiere.

Pindari Glacier

Pindari Glacier è un ghiacciaio raggiungibile soltanto a piedi. Dovrebbe essere un bello spettacolo (se solo fossimo riuscito a raggiungerlo…)

Avremmo dovuto raggiungere il ghiacciaio grazie ad un taxi condiviso che ci avrebbe portato a Khati, luogo da cui poi avremmo iniziato la nostra camminata di circa 30 km.

Per via dei Monsoni e della conseguente condizione delle strade, nessuno se l’è sentita di portarci fino all’ultimo villaggio. Abbiamo stupidamente perso un’intera giornata fidandoci dei vari taxi/bus che promettevano di portarci in posti da cui poi avremmo potuto prendere un altro mezzo per raggiungere la meta.. Per ore ci siamo avvicinati sempre di più capendo però poi che sarebbe stato impossibile raggiungere Khati. Alla fine siamo arrivati a Mahret (dove è possibile trovare anche qualche posticino per dormire) a circa 20 km da Khati; Avendo poco tempo non saremmo riusciti ad organizzarci per partire da li a piedi.

Mukteshwar

Mukteshwar è un posto incredibile, il più bello di questo viaggio. A più di 2000m domina su tutta la valle. Piccolo e genuino.

Per raggiungere Mukteshwar ci abbiamo messo un paio di giorni: taxi condiviso per Bagheswar, taxi condiviso per Almora, autobus per Bhowali (per raggiungere la fermata bisogna attraversare il bazar ed andare dall’altra parte), autostop per Mukteshwar (era tardi e non c’erano più autobus). Trovare l’autostop è stato difficile ma un simpatico vecchino ci ha aiutato dopo averci anche offerto un chai.

Consiglio di non fermarsi nei resort lungo la strada ma di pernottare in cima. Noi abbiamo dormito per un paio di notti al Red Chilly Restaurent (consigliatissimo).

Il primo giorno l’abbiamo dedicato alla scoperta dei dintorni. Passeggiando verso la parte superiore è possibile raggiungere un bosco con alla fine un baracchino in un giardino che da sulla valle. Sempre da questa parte è inoltre presente il cosi chiamato Suicide Point, luogo in cui le coppie di giovani ragazzi a cui è stato negato di sposarsi dalle famiglie si recano per suicidarsi (abbiamo evitato).

Scendendo invece dall’altra parte (consiglio di non farlo attraverso la strada principale ma attraverso le stradine davvero meravigliose che si incontrano ogni tanto. La prima parte direttamente dall’hotel) si trovano diversi locali molto carini e anche il Purple Camp dove è possibile organizzare escursioni ed attività (se in stagione).

Il secondo giorno optiamo invece per un trekking (20-25 chilometri per lo più in discesa) con meta finale le meravigliose Satrangi Waterfall. La strada iniziale è la stessa che parte dall’hotel e scende. Si può facilmente seguire il percorso su Google Maps ma è meglio chiedere ai locali le varie scorciatoie (shortcut) che passano per boschi e villaggi.
Le tappe (che non troverete su Google Maps) sono più o meno queste: Sunkhia, Ganguachaur, Chaokhutia, Tandi, Pokhrad, poi cominciate a chiedere per le cascate (“jharna” in hindi)

Vicino alle cascate non ci sono posti per mangiare eccetto un molto piccole che fa solo Maggie, uova e chai.

Non fidatevi di chi vi vuol fare da guida. La strada per le cascate è semplicissima. C’è solo un bivio e un paio di “scalatine” che si fanno ad occhi chiusi senza nessun pericolo.

Una volta raggiunta l’entrata alle cascate cominciate la piccola passeggiata nel “bosco”. Scendete verso il basso e quando raggiungete una struttura e una ponticello in legno andate verso destra senza attraversarlo. Una volta giunti lungo il fiume percorretelo per circa dieci minuti guadandolo quattro volte fino ad arrivare alla cascata finale. Sarete immersi in un vero paradiso.

Per chi avesse tempo, nei dintorni ci sono dei campeggi nel quale passare la notte.

Al ritorno abbiamo deciso di optare ancora una volta per l’autostop. Stavolta ci è andata bene da una parte e male dall’altra. L’abbiamo trovato subito, ma il tipo era un po’ strano e con una scusa abbiamo deciso di scendere prima senza rivelargli la nostra reale destinazione.

Una volta tornati a “casa”, nonostante fosse un giorno nel quale consumare pollo è vietato, abbiamo trovato un localino nei dintorni che, su “ordinazione”, ci ha preparato un’ottima cena.

Bhimtal

Bhimtal è un paese che sorge sul lago davvero bello. Non è un villaggio ma la vita al suo interno potrebbe ricordarlo.

Per raggiungere Bhimtal abbiamo fatto un autostop direttamente da Mukteshwar. Stufi del solito passaggio abbiamo optato per un camion. Non certo comodo ma divertente. Arrivati a destinazione la nostra schiena era assolutamente a pezzi.

Abbiamo alloggiato nella bellissima Paradise Guest-house con terrazzo meraviglioso sul lago.

Due giorni di relax a girovagare intorno al lago, bere chai e mangiare ottimi momos. Siamo anche passati dal Tea Garden Shaymkhet (tre ore circa dall’hotel a piedi oppure taxi condiviso per Bhowali -40 rupie- e poi un’oretta massimo a piedi) che è stata però una delusione (non è neanche possibile bere un the… in una piantagione di the).

Al trono dalla piantagione ci siamo concessi del meritato riposo al I Heart Café. Molto carino il posto, ma il cibo niente di particolare.

 

Nainital

Nainital è molto simile a Bhimtal ma più grossa e più evoluta.

Per raggiungerla abbiamo preso due taxi condivisi per 80 rupie totali a testa: il primo per Bhowali e il secondo per Nainital.

Abbiamo alloggiato all’Hotel Vikrant: un po’ lontano dalla strada principale ma molto bello e conveniente.

Dopo aver trovato l’albergo abbiamo deciso di visitare il High Altitude Zoo. L’ingresso costa appena 50 rupie e al suo interno di possono trovare animali come tigri, leopardi, panda rossi, orsi e molto scimmie. Vale la pena spenderci un’oretta per fare qualcosa di un po’ diverso.

Successivamente abbiamo fatto un giro intorno al lago (dove è anche possibile affidare piccoli pedalò per farsi un giro), bevuto un chai e assaggiato le diverse specialità del luogo.

Infine, dopo parecchio tempo ci siamo goduti una cena all’ottimo Zooby’s restaurant.

Haldwani
Almora
Peora
Dhyonai
Bagheshwar
Pindari Glacier
Mukteshwar
Bhimtal
Nainital

Un doveroso

ringraziamento va a Reema che mi ha permesso di scoprire questi luoghi e queste persone meravigliose

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